Proterandria e proteroginia

Ognuno di noi appartiene a un sesso, maschile o femminile, che generalmente resta invariato per tutta la vita. Questo è tipico di tutti i mammiferi e della maggior parte dei vertebrati. Come è noto, esistono anche esseri viventi che un genere sessuale non ce l’hanno, questo perché non ne hanno bisogno, si riproducono in maniera asessuata (come ad esempio i batteri). Molti sanno anche che ci sono anche specie animali che hanno un unico genere, definito ermafrodita, dove gli organi riproduttivi maschili e femminili sono presenti nello stesso individuo. Notoriamente, è il caso delle chiocciole che essendo però ermafroditi insufficienti, hanno comunque la necessità di trovare un partner per l’accoppiamento. Esistono ovviamente anche casi di ermafroditismo sufficiente dove un individuo è in grado di autofecondarsi, ma questi sono casi più rari perché è molto più vantaggioso mischiare i propri geni con quello di un altro individuo, consente alla prole di avere maggiori probabilità di sopravvivere.

Esiste però un particolare caso di ermafroditismo che ha a che vedere con la modifica del sesso di appartenenza. Come ho detto all’inizio, generalmente un individuo vivente mantiene per tutto il corso della vita il sesso che gli è stato assegnato alla nascita. Questa però non è una regola ferrea (altrimenti dove sarebbe il divertimento?) e infatti esistono alcuni animali in grado di cambiare la propria identità sessuale nel corso della vita. Stiamo parlando di proteroginia e proterandria.

Con il termine proteroginia si identificano le specie i cui individui nascono femmine e nel corso della vita diventano maschi. Con proterandria si intende l’opposto ovvero individui nati maschi che diventano femmine. A chi succede? Quando, e soprattutto, perché?

Proteroginia. L’esempio più conosciuto è quello della cernia che appunto compie questa transizione durante la sua vita. Raggiunto un certo peso (e una certa età) la cernia smette di produrre uova e inizia a produrre spermatozoi. Passa quindi da un genere femminile a uno maschile, se vogliamo semplificare le cose. In realtà entrambi gli apparati sono presenti nel pesce, ma mentre l’apparato femminile sarà attivo al raggiungimento della maturità sessuale, quello maschile inizierà a funzionare solo raggiunta una certa età, quando quello femminile non produrrà più uova.

Proterandria. Il caso opposto (più diffuso rispetto alla proteroginia), sempre tra i pesci, è rappresentato dall’orata e dal famoso pesce pagliaccio. Entrambi questi animali, quindi, nascono maschi e diventano femmine nel corso della loro esistenza. Per quanto riguarda il pesce pagliaccio, in particolare, questi vivono in piccoli gruppi. I gruppi sono formati da una grossa femmina dominante e da una serie di maschi più giovani. La presenza della femmina è essenziale perché è proprio grazie a lei che gli altri individui del gruppo restano maschi. Qualora lei non sia più presente, uno dei maschi (quello più grande rispetto agli altri) la sostituisce, atrofizzando le proprie gonadi maschili e iniziando a produrre uova.

Quale più essere il significato di questi due tipi di ermafroditismo? Bisogna considerare che produrre uova è molto più faticoso rispetto a produrre spermatozoi. Per questo motivo alcune specie possono essersi evolute in modo da poter produrre uova quando sono giovani, quando hanno le energie necessarie per sostenere questa spesa metabolica. D’altra parte, più si è grossi e più uova si producono, quindi anche diventare femmina in età avanzata ha i suoi vantaggi per quanto riguarda le potenzialità di riproduzione. Quest’ultima strategia sembra rivelarsi più vantaggiosa, infatti la proterandria è più diffusa rispetto alla proteroginia.

Esistono anche specie che sono in grado di cambiare sesso più volte lungo la loro vita, come fa Serranus Tortugarum. Giustamente, perché accontentarsi?

Questi due fenomeni sono presenti solo tra i pesci? Certo che no, ci sono specie ermafrodite proterandriche o proteroginiche anche tra molluschi, poriferi, vermi, imenotteri, echinodermi e piante. Sono fenomeni presenti anche nei tetrapodi? Beh, sì. Questa condizione è stata vista in alcuni anfibi anuri (rane, rospi e raganelle). A livello sperimentale si è visto che alcuni rospi, se castrati, possono sviluppare degli ovari maturi funzionanti a partire dagli organi di Bidder.

Questo fenomeno è assente nei mammiferi (dove tutt’al più si possono verificare casi di intersessualità), ma è presente in una specie di uccello a noi molto familiare:  il pollo. Negli uccelli solo l’ovario sinistro si sviluppa, la gonade destra resta invece indifferenziata. Questo dona alla gallina un vantaggio non indifferente perché nel caso in cui succeda qualcosa al suo ovaio funzionante (tumore, danneggiamento, infezione), la gonade rimasta indifferenziata inizierà a produrre testosterone e le consentirà di diventare un gallo. L’animale muterà anche il proprio aspetto fisico (assumendo i caratteri secondari del maschio) e in alcuni casi sarà in grado di fecondare uova e tramandare comunque i propri geni.

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